Quarto Martedi di Avvento
«Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio» (Lc 1, 30). Queste parole dell’angelo ci mostrano come il creatore guarda la sua creatura più bella: Maria è, in un certo senso, il sogno di Dio, la sua consolazione, la sua speranza. È difficile per noi pensare che Dio possa guardare anche noi in questo modo. Certo, sappiamo che il Signore è misericordioso e che ci dà e ci restituisce la grazia tutte le volte che è necessario. Tuttavia, che lui trovi grazia in noi, che ce ne faccia godere come Maria, può sembrarci qualcosa di irraggiungibile. Tuttavia «la stessa formulazione delle parole dell’angelo ci fa capire che la grazia divina è continuativa, non qualcosa di passeggero o momentaneo, e per questo non verrà mai meno. Anche in futuro ci sarà sempre la grazia di Dio a sostenerci, soprattutto nei momenti di prova e di buio.
La presenza continua della grazia divina ci incoraggia ad abbracciare con fiducia la nostra vocazione, che esige un impegno di fedeltà da rinnovare tutti i giorni. La strada della vocazione non è infatti priva di croci: non solo i dubbi iniziali, ma anche le frequenti tentazioni che si incontrano lungo il cammino. Il sentimento di inadeguatezza accompagna il discepolo di Cristo fino alla fine, ma egli sa di essere assistito dalla grazia di Dio.
Le parole dell’angelo discendono sulle paure umane dissolvendole con la forza della buona notizia di cui sono portatrici: la nostra vita non è pura casualità e mera lotta per la sopravvivenza, ma ciascuno di noi è una storia amata da Dio. L’aver “trovato grazia ai suoi occhi” significa che il Creatore scorge una bellezza unica nel nostro essere e ha un progetto magnifico per la nostra esistenza. Questa consapevolezza non risolve certamente tutti i problemi o non toglie le incertezze della vita, ma ha la forza di trasformarla nel profondo. L’ignoto che il domani ci riserva non è una minaccia oscura a cui bisogna sopravvivere, ma un tempo favorevole che ci è dato per vivere l’unicità della nostra vocazione personale e condividerla con i nostri fratelli e sorelle nella Chiesa e nel mondo»(Papa Francesco)