Quarto Giovedì di Avvento
Maria è andata in fretta là dove vivono Elisabetta e Zaccaria. All’arrivo ha la conferma essere vero tutto ciò che aveva detto l’angelo. Lo credeva fermamente, ma vedere la cugina in attesa di un figlio la riempie di gioia. Ha una nuova conferma di ciò che ormai sente nelle sue viscere: la presenza del Messia. La sua gioia trabocca e ne viene contagiato anche Giovanni. Possiamo pensare che il Battista, già dal ventre di sua madre, aspetti con ansia il momento di proclamare la buona notizia: Giovanni non perde un istante e lo annuncia a sua madre, che per il momento è l’unica che lo può ascoltare.
Per Maria probabilmente è stata una gioia immensa poter condividere con qualcuno ciò che riempiva il suo cuore. Nel salutare Elisabetta si è resa conto immediatamente che lei già sapeva tutto. Finora aveva tenuto la notizia nelle profondità del suo cuore. La Madre di Gesù prorompe in un canto e, nella sua lode, associa la storia di Israele alle parole che ha letto tante volte nella Sacra Scrittura. È così grande l’amore divino per lei, che non sa come esprimerlo; è costretta a prendere in prestito alcune parole di Dio stesso, come noi facciamo quasi sempre nella liturgia della Chiesa. Elisabetta le ha detto cose splendide, ma Ella le rivolge immediatamente all’autore di tanta meraviglia. Così sarà tutta la sua vita: portare gli uomini a Dio.
«L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore» (Lc 1, 46-47). Maria è impressionata da come Dio fa le cose e dal motivo per il quale si serve di lei: «perché ha guardato l’umiltà della sua serva» (Lc 1, 48). Maria si sente guardata in un modo speciale da Dio e questa convinzione la induce a rendere grazie.